Le motivazioni professionali: L’attuale situazione dell’Università italiana e l’assenza di una ragionevole politica assunzionale da parte del MIUR fa sì che sia molto difficile trovare motivazioni in ognuno di noi per l’impegno didattico, di ricerca e di servizio necessario alla crescita del nostro Ateneo. è, quindi, indispensabile, per il rispetto di tutti gli addetti ai lavori, garantire che le politiche assunzionali siano assolutamente trasparenti e soprattutto virtuose. Evidenzio che dal gennaio 2013 ad oggi sono stati e saranno assunti entro il mese di novembre: 8 ordinari, 39 associati, 9 ricercatori di tipo b) e 7 ricercatori di tipo a).
Definizione di criteri. In questo scenario è indispensabile elaborare criteri ampiamente condivisi per l’identificazione delle priorità d’investimento per il personale docente. Questi criteri dovranno adeguatamente pesare le sofferenze didattiche dei diversi settori, oltre a tener conto dell’attività di ricerca e dell’impegno nelle attività gestionali commisurato all’entità e alla responsabilità dei ruoli. è indispensabile, comunque, garantire uno sviluppo armonico delle diverse aree e riequilibrare eventuali scompensi.
Incremento delle risorse: Il reclutamento non può essere basato soltanto le risorse provenienti dal turn over ma è necessario attingere anche alle ulteriori forme di finanziamento premiale che il MIUR prevede al momento dell’emanazione del decreto di assegnazione del turn over o della legge di stabilità. Voglio evidenziare che nel periodo da gennaio 2013 a aprile 2016, la politica di reclutamento che ho contribuito ad attuare, ha determinato un incremento dei P.O. superiore al 20% rispetto alle risorse ordinarie e che la programmazione 2016-2018, potrà assicurare, se efficientemente gestita ed a meno di modifiche normative, circa 6,0 P.O. di turn over al netto del vincolo assunzionale di professori provenienti da altri atenei previsto dalla vigente normativa e degli impegni di programmazione già assunti.
Inoltre, ribadisco l’impegno a portare nelle sedi competenti, affichè vengano inserite anche le Università nel recente D.L. di delega per il riordino degli Enti di Ricerca, applicando il medesimo criterio assunzionale proposto per questi Enti, basato non sul criterio del turn over ma sull’effettiva capacità di spesa dell’Ateneo.
La questione degli abilitati: La crescita armonica delle diverse aree dell’Ateneo è essenziale per l’armonia della comunità scientifica, oltre che naturalmente per la qualità della nostra offerta formativa e della nostra ricerca. Del pari è necessario contemperare le diverse esigenze delle fasce di docenza, sia con riferimento a nuovi ingressi sia soprattutto con riferimento a ricercatori e associati idonei. Non si può sviluppare un programma per la gestione di un’amministrazione universitaria senza affrontare con chiarezza uno dei problemi principali che dovrà essere esaminato da un Rettore nei prossimi sei anni. È noto a tutti che, in base alle attuali normative ministeriali vigenti, i punti organico di cui dispone l’Ateneo non sono sufficienti, stante le recenti distribuzioni ministeriali a garantire l’upgrading di tutti gli idonei che l’ASN ha abilitato e che abiliterà nei prossimi anni. Non è sufficiente affrontare il problema dichiarando esclusivamente che mi farò garante dell’utilizzo delle risorse nella maniera più virtuosa possibile ma è necessario impegnarsi a fare di più anche approfondendo le possibilità, talvolta meno evidenti, dell’attuale normativa.
Si richiede tuttavia impegno e collaborazione perché la propensione nei confronti dei ricercatori abilitati debba essere non dei singoli dipartimenti in cui sono presenti ma di Ateneo, in una logica di sistema. Intanto ritengo che l’attenzione che si debba porre trovi giustificazione non solo in ragioni morali, perché abbiamo di fronte colleghi che in questi anni hanno fatto didattica in modo rilevante pur non essendone obbligati, e nel contempo hanno conseguito l’abilitazione.
Vi sono anche altre due ragioni tecniche che reputo importanti sottolineare: la prima è l’entità dei punti organici da imputarsi ai ricercatori di tipo b), 0,5+0,2, contro lo 0,2 per una procedura ex art. 24 Legge 240. La seconda è legata al carico didattico da poter assegnare a un professore associato, 15 CFU, contro i 6 CFU dei ricercatori di tipo b). Rimango fermamente convinto che, in questa prima fase, le risorse per i ricercatori di tipo b) debbano essere destinate a coprire SSD di base e caratterizzanti non coperti o parzialmente coperti da docenti in organico in Ateneo.
L’incremento delle possibilità assunzionali dovrà essere ricercato anche nelle sinergie con altri Atenei (come già sperimentato positivamente nella programmazione 2013-15) che, nel rispetto della vigente normativa, consentano di ampliare le possibilità per lo sviluppo delle carriere dei nostri abilitati e contemporaneamente promuovendo ulteriori piani straordinari per professori di prima e di seconda fascia.
Le procedure concorsuali: mi impegno a richiedere nelle sedi competenti la proroga oltre il 31.12.2017 delle procedure concorsuali ex art. 24 comma 5.