I "CARDINI" DEL PROGRAMMA
Autonomia responsabile: La Legge n. 1889 del 1992 ha teoricamente concesso ampia autonomia didattica e di gestione alle Università. Questa non deve, però, fondarsi su una prevalenza di logiche corporative e auto referenziali. Per poter raggiungere una reale autonomia è necessaria collegialità, condivisione, trasparenza ed efficienza, con attribuzioni chiare di responsabilità individuate sulla base delle diverse sfere di competenza. In ogni caso l’autonomia non può essere l’alibi per sottrarsi alla valutazione.
L’accreditamento e la valutazione del sistema universitario: Mi preme precisare che nessuna norma dell’attuale ordinamento giuridico universitario disciplina che terzi possano decidere della fusione o dell’accorpamento di più università. Nel 2017 è, però, prevista la verifica dell’ANVUR del nostro Ateneo ai fini dell’accreditamento di sede. Il nostro Ateneo deve assolutamente ottenerlo. Perché ciò avvenga, ritengo sia indispensabile adottare, nell’immediato, il piano strategico di Ateneo affinché la nostra valutazione sia la migliore possibile.
Un’identità per l’Ateneo: Pur essendo nati con un’identità precisa nello scenario nazionale (Istituto Universitario Navale), la crescita esponenziale dell’Ateneo degli anni ’90 in termini di iscritti non ha permesso una forte caratterizzazione in termini di offerta di didattica che ci distinguesse dalle altre Università cittadine. Il modificato contesto sociale ed il calo demografico ci obbligano ora ad attuare strategie che caratterizzino culturalmente e qualitativamente il nostro Ateneo. Nel mio programma sono prospettate varie proposte in merito all’organizzazione didattica che ritengo siano rispondenti a queste esigenze.
Le masse critiche: Con il termine “massa critica” si indica in generale una soglia quantitativa minima oltre la quale si ottiene un mutamento qualitativo. L’anagrafe della ricerca di Ateneo, effettuata contestualmente al programma triennale della ricerca, ha evidenziato aree tematiche (competitività PMI, sviluppo economico, energia, salute e ambiente, ecc.) con significative masse critiche di ricercatori che, se opportunamente coordinate, potrebbero caratterizzare efficacemente l’Ateneo in progetti interdisciplinari a livello europeo e nazionale. Nel mio programma sono prospettate varie proposte in merito all’organizzazione didattica che credo rispondenti a queste esigenze.
Le architetture di rete: In un mondo sempre più globalizzato ed in un contesto in cui:
- l’accesso al finanziamento per la ricerca a livello europeo e nazionale è sempre più circoscritto a consistenti masse critiche di ricercatori;
- si registra sia una vertiginosa riduzione delle iscrizioni universitarie legata al drastico calo demografico, sia una permeante idea nelle nuove generazioni che l’istruzione universitaria non sia più necessaria per un qualificante accesso nel mondo del lavoro; nessuna università, neanche la più prestigiosa, può concepire politiche isolate nei settori della ricerca e della didattica. è necessario, quindi, confrontarsi e creare un network virtuoso con gli altri atenei campani, nazionali e internazionali in cui il ruolo del nostro Ateneo sia reale e riconosciuto.
Il ranking delle Università: La nostra università risulta da sempre all’ultimo posto delle classifiche Censis, Sole 24 ore ed ARWU. Questo è un problema, ancora oggi, irrisolto, con ripercussioni estremamente negative per il nostro Ateneo. Sono convinto, per cognizione di causa e non per captatio benevolentiae, che nel nostro Ateneo ci sono significative realtà in termini di didattica e di ricerca, mortificate da una grande disorganizzazione e da un’estrema e spesso inutile complicazione amministrativa. Tutto lo sviluppo del mio programma è finalizzato al principale obiettivo del “definitivo rilancio dell’Ateneo” nell’ambito del ranking nazionale o se vogliamo darci uno slogan elettorale “non più ultimi”. Per centrare tale obiettivo, alla preliminare azione strumentale, già posta in atto nel programma triennale 2013-2015 volta all’inversione degli indicatori e che comunque dovrà essere riproposta nel programma 2016-2018, occorre adesso associare una ulteriore azione strutturata che impegni risorse adeguate e che sia fondata su un’efficiente organizzazione dell’Ateneo.
Trasparenza: al fine di raggiungere la piena condivisione delle scelte strategiche di Ateneo e di garantire la trasparenza delle delibere, ritengo necessario che l’intero flusso documentale sia accessibile da tutto il personale docente e non docente dell’Ateneo.
Rapporti con le istituzioni locali e con le associazioni di categoria: Da diversi anni la Regione Campania ha mostrato grande sensibilità nei confronti del sistema universitario. Nel Documento Strategico Regionale, genesi dei bandi POR Campania FESR 2014-2020, la Regione Campania ha delineato tre principali linee di intervento:
- Campania Regione Innovativa, che punta al potenziamento dell’innovazione con azioni di rafforzamento del sistema pubblico/privato di ricerca e al sostegno della competitività attraverso il superamento dei fattori critici dello sviluppo imprenditoriale (finanziamento 2014-2020 circa 2,5 mln di euro);
- Campania Regione Verde, finalizzata al sostanziale cambiamento dei sistemi energetico, agricolo, dei trasporti e delle attività marittime, oltre che ad un diverso assetto paesaggistico sia in termini di rivalutazione sia in termini di cura (finanziamento 2014-2020 circa 3,1 mln di euro);
- Campania Regione Solidale, che mira alla realizzazione di un sistema di welfare volto all’inclusione e alla partecipazione sociale, innalzando il livello della qualità della vita attraverso il riordino e la riorganizzazione del sistema sanitario, lo sviluppo e la promozione dei servizi alla persona, le azioni che promuovono l’occupazione e il livello di istruzione (finanziamento 2014-2020 circa 1,0 mln di euro).
In questo contesto il nostro Ateneo deve assumere un ruolo di primo piano, in rete con le altre Università Campane, nei cluster regionali e delle aree obiettivo che si costituiranno in risposta ai bandi di ricerca. Al contempo, nell’ambito della città metropolitana, il nostro Ateneo deve farsi promotore e veicolo di iniziative culturali, di idee e di progetti che rendano la nostra università coesa al contesto cittadino. È necessario altresì rafforzare i rapporti con le associazioni di categoria (Camera di Commercio, Unione Industriale, Confagricoltura ecc) e con gli ordini professionali affinchè l’offerta universitaria sia veramente in linea con la domanda del mercato. Alcune proposte del mio programma, come il life long learning, l’apprendistato di alta formazione, l’attività didattica per il terziario, i tirocini professionali possono garantire una fattiva e proficua collaborazione con tali associazioni.